lunedì 28 novembre 2011

Era una casa molto carina...

Tutto è bene quel che finisce bene!

La mia nuova casa è meravigliosa e non vedo l'ora di scrivere nuovi post, inventare nuove ricette, condividere con chi mi vuole bene nuove speraranze e avventure.

Come si suol dire, si chiude una porta e si apre un portone.

E con l'entusiasmo di bambina che mai vorrò perdere, dedico a tutti questa filastrocca...


venerdì 25 novembre 2011

La Terra Trema e i calici pure



Preparo le papille gustative per domani pomeriggio, per un appuntamento a cui non si può assolutamente mancare: la terra trema.

Occasione in cui il Leonkavallo si trasforma in cantina per ospitare vignaioli e produttori critici, dediti alla coltivazione bio e biodinamica. Non solo vino, ma anche formaggi, farine, salumi... Un'ottima occasione per ritrovarsi, assaggiare generosi calici di nettare d'uva e qualche buono spuntino. E ovviamente fare provviste per tutto l'anno.

Non mancate, avete tempo da oggi fino a domenica sera!

domenica 20 novembre 2011

Berlin, meine Liebe in der Küche

Per anni ho desiderato vedere Berlino e finalmente posso dire di aver camminato (e quanto?!?!) sulle stesse strade di Bertold Brecht, di aver assaporato birra e salsicce come Otto Dix e preso la S-Bahn come faceva George Groz. Per non parlare di forme e colori, gli stessi che avvenieristicamente Gropius e Moholy-Nagy tratteggiavano nei loro progetti. Che città meravigliosa!

E che dire delle infinite possibilità culinarie che riserva la città?
Non c'è che l'imbarazzo della scelta: vero street food crucco o turco, taj o indiano del nord e ancora molto altro...

Ecco, bisogna solo ricordarsi di essere in Germania e c'è un motivo che i popoli nordici sono così alti... mangiano il doppio di noi!

giovedì 17 novembre 2011

Giardini inaspettati...

Seppur casa editrice, quella dove lavoro è un'azienda. E pure un'azienda in cui le esigenze umane spesso vengo tralasciate a favore delle procedure e delle logistiche da magazzino.
Le aziende però sono fatte da persone, e qualcuna ogni tanto decide di mettere la propria creatività al servizio della collettività.

E' nato così un giardino nel cortile di via Trentacoste 7. Refugium peccatorum di incalliti fumatori che tra una riunione e l'altra, tra una bozza e un click sul mouse scendono le scale verso il magazzino per concedersi qualche minuto di relax. E come non apprezzare questo gesto così umano in mezzo a tanto grigiume?!?


Le decorazioni sono firmate IKEA!

martedì 8 novembre 2011

InfestaMI a Caiazzo

I cavolfiori sono ancora sul mio balcone... ma tra qualche mese all'incrocio di Caiazzo sboccerà una sorpresa per tutti i milanesi indaffatati nel tram tram quotidiano.

Dopo una ricognizione domenicale sotto la pioggia tra gli sguardi indifferenti dei viandanti e degli automobilisti...


... ieri sera InfestaMi ha messo a segno un'altra azione di Guerrilla Gardening!
Micropalette e rastrelli nella borsa, qualche bulbo gentilmente concesso da una mamma di Verderio e voilà! A marzo saprete quale disegno abbiamo deciso di regalare alla nostra città... o si intuisce?!?

domenica 6 novembre 2011

Pioggia al gusto di malva

In Valsesia piove sempre... E visto che anche qui da giorni il cielo non fa che gocciolare, mi torna in mente questa valle meravigliosa e la minestra bollettente (e depurativa, dopo il weekend è altamente consigliata!) che ha preparato L'AnnaFerro con le erbe del suo orto una settimana fa.



Prima che cali la sera, veloce Anna corre nell'orto e con sapienza coglie malva, prezzemolo, sedano verde (tenerissimo) e qualche costa. Come una fattucchiera trita e sminuzza tutto, aggiunge aglio cipolla e qualche patata. Se volete potete mettere in pentola anche qualche manciata di riso.
Voilà la cena è in tavola!
Un bicchiere di rosso e qualche fetta di pane casereccio per accompagnare la mistura.




Oggi all'orto non ho avuto il coraggio di andare (avrei dovuto guadare le pozze di Lambrate) e quindi mi accontento di porri, patate e funghi chiodini...

martedì 1 novembre 2011

Con le ultime melanzane

Il dono di una ricetta è un regalo prezioso. Soprattutto se la cuoca è una donna di rara intelligenza e accompagna le sue ricette con saggezze genuine. Senza contare che questa sarà l'ultima ricetta dell'estate, come a chiudere un cerchio di esperienze e di racconti...

Bisognerà attendere almeno dieci mesi per poter riproporre le melanzane dell'AnnaFerro, ma nel frattempo è bene annotare tutti i passaggi che lei stessa ha documentato estraendo abilmente la macchina fotografica dal grembiule.



Occorrono melanzane oblunghe e non troppo grandi,
ricotta, uova, pepe e grana per il ripieno
conserva di pomodoro, aglio e basilico per il sugo





Si inizia tagliando le melanzane come un libro, per poterle riempire con una crema ottenuta mescolando ricotta, grana, pepe e un uovo. Quindi bisogna infarinare le melanzane ripiene e soffriggerle nell'olio. Quando le melanzane si saranno colorite, se non hanno assorbito tutto l'olio, eliminatene un po' e aggiungete l'aglio, il basilico e la salsa di pomodoro. Regolate di sale, magari aggiungete anche un pizzico di zucchero per togliere l'acido del pomodoro. Lasciare cuocere finché la salsa non si sarà addensata.




Sperando di conservarne il sapore e l'odore fino alla prossima estate...

giovedì 27 ottobre 2011

Semplicemente formaggio...

Al compimento del mio settimo anno di età chiesi in dono una forma di gorgonzola. Ventidue anni dopo scoprii tristemente che il formaggio (specialmente quello di latte vaccino) era diventato un alimento altamente tossico per il mio corpo. E dire che avevo anche sperimentato i procedimenti caseari in casa... è semplice, basta procurarsi caglio animale e latte crudo! Ora il termomentro da alimenti lo uso solo per gli arrosti...



Però io amo il formaggio, di qualsiasi forma o consistenza. Li assaggio tutti. Non resto insensibile neppure di fronte al pecorino sardo con i vermi!

E allora poco a poco questo catalogo (non mio) potrà essere aggiornato e compilato con più costanza...
http://trappolepertopi.wordpress.com/

martedì 25 ottobre 2011

Le cime dell'orto

E l'autunno ha portato nell'orto anche le cime di rapa.
Il contadino dell'orto accanto (un autentico pugliese-meneghino) mi ha insegnato a scegliere le cime più tenere, a tagliarle con il coltello per farne crescere altre. Un altro passo verso l'autosufficienza alimentare e senza pesticidi. Rimane solo da capire come acquistare semi non brevettati...

E una volta a casa, come non cucinare un succulento piatto di spaghetti?!?

Olio, aglio e acciughe per soffriggere le verzure sbollentate insieme alla pasta che cuoce. 10 minuti in tutto per un piatto da re del mio orto!


domenica 23 ottobre 2011

Ti regalo una cena...

Festeggiare il proprio compleanno con gli amici più cari non ha prezzo.
E per i più fortunati, scampati all'influenza, una piccola sorpresa... che pare abbia lasciato tutti di buon umore. A ciascuno ho donato una ricetta e un invito a cena!

Un modo carino per ringraziare gli amici dell'infinito affetto che ogni giorno mi donano. Un modo alternativo per prolungare i festeggiamenti e il vivere conviviale anche in città.



Perchè proprio tutto il mondo è un orto...

lunedì 17 ottobre 2011

zuccone ai fornelli...

Anche quest'anno, direttamente dalla Valsesia, la zucca di compleanno e una cuoca d'eccezione ai fornelli! Distolta dalle sudate carte berensoniane, la mia amica boccoluta mi ha insegnato a fare gli gnocchi di zucca. Mi pare giusto condividere con chi ha voglia di passare un pomeriggio ciacolando e con il grembiule ben allacciato dietro la schiena.



Occorrente per gli gnocchi...
una grossa zucca delica (quelle con la buccia verde, scura e bitorzoluta)
farina, qualche cucchiaio
noce moscata q.b.
sale q.b.

...e per condire?
aglio
burro
olio
salvia
formaggio (taleggio o gorgonzola)

Munitevi di un tagliare e di un coltellaccio per fare a tocchi la zucca. Se non riuscite a domare la sua buccia, chiamate in soccorso un fidanzato muscoloso. Altrimenti scalpello e martello... Quindi mettete in forno i pezzi (senza togliere la buccia) posti su una placca metallica e della carta forno. Nel ripiano inferiore del forno, ponete anche un recipiente con tre dita d'acqua, servirà per mantenere l'umidità della zucca. 20-30 minuti a 200° dovrebbero bastare. La zucca deve solamente diventare morbida.

Tolta la zucca dal forno, dividetela dalla buccia e passate la polpa arancione nel passapatate oppure schiacciatela con una forchetta. Incorporate il sale e la noce moscata (gustibus non disputandum est, dunque regolatevi sempre assaggiando per questi ingredienti). Quindi la farina, che serve per addensare. Anche in questo caso non ci sono dosi esatte. Il gioco sta nel trovare la giusta consistenza affinché lo gnocco non si spappoli...



Nel frattempo avrete messo a bollire una pentola d'acqua: salatela come per la pasta. E con l'aiuto di due cucchiai fate cadere il composto a piccoli tocchi nell'acqua bollente. Appena salgono a galla, prendete gli gnocchi con una schiumarola (quell'attrezzo con la retina o i buchi che serve anche per raccogliere la frittura), scolandoli bene e metteteli in una pirofila.

Terminata questa operazione (sempre chiacchierando e magari sorseggiando un buon bicchiere di vino per preparare lo stomaco alla cena), condite con il burro fuso che nel frattempo avrete fatto andare a fiamma bassa insieme a un po' d'olio e alla salvia.
Se questa golosità non vi soddisfa potete aggiungere al burro fuso anche del formaggio. Il taleggio e il gorgonzola si sciolgono molto facilmente e con l'aggiunta di un goccio di vino bianco fanno una crema da veri gourmet. Altrimenti la pancetta saltata, sempre nel burro e salvia, si sposa divinamente con il dolce della zucca.

Bene. La pancia è quasi capanna. Mettete in forno gli gnocchi per almeno 20 minuti a 180°. Saranno pronti quando avranno fatto la crosticina.



Un'ottima cena di compleanno in anticipo. Grazie Erica!

lunedì 10 ottobre 2011

Parola d'ordine, cavolfiori!

Amici e lettori sconosciuti,  chissà se i cavolfiori sul mio balcone resisteranno fino al 4 novembre? Sicuramente saremo ancora in tempo per piantare dei bulbi e qualsiasi altra pianta invernale vi venga in mente. Siamo in tanti, dunque potremmo lavorare su più aree oppure convergere tutti su Precotto. Abbiamo qualche settimana per valutare. E nel frattempo... allenatevi!


domenica 9 ottobre 2011

Tulipando a Precotto

Per il nostro debutto come giardinieri urbani combattenti non avremmo potuto scegliere una giornata più bella. Talmente tersa da riuscire a vedere sia le montagne che piazzale Loreto spostando lo sguardo di 180°.
Eravamo in pochi ma l'orto-giardino di Precotto, creato da Papaveri rossi settimana scorsa, ha accolto i nostri bulbi con grande piacere. E non mancheremo di tornare a visitare questo scorcio di Milano assolutamente inaspettato!

Vi segnalo l'iniziativa, sperando che il consiglio di zona la appoggi e da qui possano nascerne tante altre sparse per la città. Un modo alternativo per fare cultura e rendere tutti più consapevoli dei propri spazi, dei propri diritti, delle proprie capacità di intervento nella città.



In FestaMi non si ferma qui...

giovedì 6 ottobre 2011

Non mangio cavolfiori...

Non mangio cavolfiori, non mi sono mai piaciuti (a parte saltati in padella con l'aglio e l'acciuga, con la pasta). Però li faccio crescere sul balcone, aspettando che sia il momento di trapiantarli in qualche angolo della città scovato di notte.

Potete alloggiarli in una cassetta del mercato, ben foderata per chiudere i buchi tra un'asse e l'altra. Con sufficiente terra che li sostenga. Non hanno bisogno di molta cura, un po' d'acqua la sera può bastare. State attenti però quando iniziate a vedere qualche foglia smangiucchiata, potrebbero essere in agguato insetti simili a scarabei (si chiamano altiche). Perché temo che al quarto piano non girino molte lumache... Al massimo un passerotto che la mattina fa capolino sul balcone per assaggiare qualche tenera foglia.

Chissà che cavolfiori saranno: bianchi o verdi?
Quelli verdi sono bellissimi. Forse Escher aveva studiato la loro forma...





domenica 2 ottobre 2011

Uova, olio e limone = Maionese

La Bourgignonne è un momento di sfida per tutti i (quasi)cuochi del weekend. Tra le molte salse da presentare sul tavolo, la maionese non può certo mancare. Quale migliore occasione per sfidare una delle emulsioni più imprevedibili del ricettario?!?

Effettivamente non è semplice da fare, ma neanche impossibile. Quindi, armata di santa pazienza e scarsi muscoli ho preso il coraggio e due mani e per almeno mezz'ora ho sfidato l'impazzimento delle uova, trionfando! Certo, non pensate di poterla fare senza l'aiuto dello sbattitore elettrico...

Allora, gli ingredienti sono banali: due tuorli d'uovo, qualche goccia di limone per iniziare, olio (io ho usato quello extravergine, ma sarebbe meglio il semplice olio d'oliva. Per farla più leggera anche l'olio di semi), un pizzico di sale. Tutto a temperatura ambiente.



Con una forchetta o una frusta iniziate a sbattere i tuorli, il succo di limone e una presa di sale. Poi a filo aggiungete l'olio. A filo vuol dire lentamente. Sfido chiunque a riuscire a sbattere le uova, tenere la terrina e aggiungere costantemente l'olio nello stesso istante! A questo punto girate energicamente e sempre nello stesso senso, fino a quando il polso non vi cederà e deciderete di passare alle fruste elettriche. Dopo poco, come per miracolo, l'emulsione si addenserà e voilà: la maionese è pronta. Se si addensa troppo aggiungete dell'altro limone.
Potete servirla così oppure aggiungerci una goccia di aceto bianco, oppure dell'aglio, oppure della senape, dello yogurt, del ketchup, dei cetrioli,..... E' una base perfetta per tutte le salse!



Confesso: la migliore salsa da Bourgignonne rimane quella omonima della Maille.

venerdì 30 settembre 2011

Tulip GG Day. Impossibile mancare!

Domenica 9 ottobre è la Giornata internazionale del Gerrilla Gardening dedicato ai tulipani! Bisogna agire...



I Giardinieri Sovversivi Romani hanno già ederito, Terra di Nettuno (Bologna) anche. E noi?!? Va bene, non siamo ancora pronti ma... InfestaMi, conto che anche noi avremo il nostro bel da fare con bulbi e rastrelli.

Nel frattempi i cavolfiori saranno cresciuti e anche Milano ci ringrazierà.

Ci troviamo alla Bocciofila di via Padova domenica 9 alle 12.30?

mercoledì 28 settembre 2011

Double chocolate con nocciole

La golosità non vien mai per caso... e il cioccolato può strappare un sorriso, anche dopo giornate in cui i pensieri di accavallano per lasciarti solo nuvole. Se poi metti a tavola un'amica veramente golosa, allora il dolce non può mancare!

La mousse al cioccolato è pratica e veloce da fare. Il risultato garantito. Se poi volete stupire, una mousse al doppio cioccolato è più che fattibile. Servita in bicchierini di vetro, sembrerete vere maitre chocolatier!



Servono mezza tavoletta di cioccolato bianco e mezza di cioccolato fondente per 6 bicchierini.
Due uova, due cucchiai di zucchero e un cartone piccolo di panna fresca da montare (meno di 1/2 litro). Qualche nocciola per guarnire.

Con le fruste lavorate uova e zucchero, in due terrine differenti. Quindi sciogliete a bagnomaria prima il cioccolato bianco e poi quello nero. Andranno aggiunti alle uova, ciascuno in una terrina. Infine montate la panna (molto bene) e aggiungete alle creme. Fatto! Versate nei bicchierini prima una crema e poi l'altra, e mettete in frigorifero il tutto per almeno un'ora prima di guarnire le mousse e servirle.

Se avanza... non credo che avrete problemi a mettere le creme in un bicchiere normale per una merenda veloce prima di cena.

sabato 24 settembre 2011

Street Food con Forno Pubblico

Io amo Milano.
Perché mi sorprende sempre. Nei suoi angoli nascosti. Nelle atmosfere di fine settembre. Negli spazi che lascia alla creatività.

Tour de Fork si è installato per quale mese in via Pestalozzi 4. Niente secret dinner ma serate dedicate alla musica e alla cucina. Un nuovo progetto che ruota attorno alla riscoperta del forno pubblico, come luogo di condivisione delle esperienze e delle tradizioni ma anche di sperimentazione per nuove idee. 


Ieri sera aperitivo tropicale dal soffitto... Peccato aver dimenticato la macchina fotografica a casa!

sabato 17 settembre 2011

Il parmigiano non fa la Parmigiana!

E siccome proprio tutto il mondo è un orto, e alle richieste degli amici non so resistere, eccomi qui di sabato mattina con il grembiule e la macchina fotografica a non sapere come smaltire l'olio della frittura... Perché a Milano non esistono contenitori pubblici per buttare l'olio domestico (altro che raccolta differenziata!).

Oggi, Melanzane alla Parmigiana! (Facendo l'eco alla stessa amica che sostiene che questo blog sta diventando quello della Clerici...)
In realtà giusto l'altro giorno ho ordinato dal contadino del GAS le ultime melanzane, dunque quale migliore occasione?!

Occorrono:
melanzane (meglio se trovate le petronciane, cioè quelle oblunghe viola scuro)
olio per friggere (se trovate alla coop quello di semi BIO va benissimo)
salsa di pomodoro (fatelo cuocere con molte cipolle, meglio se rosse)
caciocavallo (va bene anche il pecorino)
sale grosso
basilico

Prima della frittura...
Nelle ricette complesse c'è sempre un prima, che potete incastrare tra vari impegni sia infrasettimanali che del weekend. In questo caso le melanzane, tagliate a fette dello spessore di circa 1/2 cm, devono essere messe con il sale grosso per spurgare l'acqua in eccesso. Ci vogliono circa 2 ore, se vi ricordate anche di mettere un peso sopra alle melanzane. Così...

Nel frattempo potere andare a comprare il giornale, oppure visitare un paio di case (...). Altrimenti potete preparare il sugo di pomodoro, se non ce l'avete già pronto. Va benissimo quello che usereste per condire gli spaghetti, solo con un soffritto più ricco di cipolla.

Una volta che le melanzane sono fradice, sciacquatele per togliere il sale e asciugatele su un panno. MOLTO bene, altrimenti lo schizzo ustionante dell'olio è garantito.
Quindi tuffate le fette di melanzane nell'olio bollente. Ho detto bollente, altrimenti si impregnano di olio. Sono pronte quando assumono un colore marroncino. Scolatele e mettetele su un piatto con lo scottex a riposare. Senza salarle, è già sufficiente il sale grosso aggiunto prima.


Fate qualche altra commissione, nel frattempo le melanzane si saranno raffreddate e saranno meno pregne d'olio.

Ora potete fare la Parmigiana...

Disponete a strati melanzane, salsa, caciocavallo (o pecorino, o se siete proprio disperati vi concedo anche grana/parmigiano) e basilico fresco. Quattro o cinque strati sono più che sufficienti. Sull'ultimo ancora sugo e formaggio.
Infornate per 15 minuti a 180° e la Parmigiana è pronta.



Ricordatevi che come molti piatti del sud, anche la Parmigiana deve riposare. Dunque fatela sempre un giorno prima. E se la dovete congelare, aspettate comunque un giorno.

venerdì 16 settembre 2011

Coltivando, leggendo

E se questo blog diventasse anche una piccola biblioteca di libri sugli orti e la cucina?

Chi mi conosce bene sa che uno dei regali che amo fare sono i libri, per condividere più che un passatempo un culto dell'oggetto; che un libro in questa casa non finirà mai a fermare le porte (al massimo nella casa di qualcunaltro che se ne appropria); che un libro abbandonato diventa per me come un cucciolo da salvare.

E dunque perché non condividere anche la conoscenza di libri più o meno rari che accolgo nella mia libreria quando in casa editrice li stanno per destinare alla fine più crudele (il macero)?

Ecco un paio di titoli fantasiosi e assolutamente ben fatti, anche se la lingua inglese spesso mi impedisce la totale comprensione dei testi:

  •  How to grow pratically everything a cura della Royal Horticoltural Society, ed. DK, 2010
  •  Incredible edibles di Sonia Day, Firefly, 2010




Se non riuscite a trovarne una copia, passate di qua!

martedì 13 settembre 2011

Avec Marseille e le lasagne dans le coeur

Quando si cucina si pensa sempre a qualcuno... talvolta ad amici lontani, cui vorresti far assaggiare un piatto o semplicemente insegnare una ricetta. E alla fine (ma anche all'inizio) questo blog nasce per questo motivo. Ho amiche (e non perché la cucina sia solo cosa da donne, anzi) che spesso mi chiedono consigli o mi cooptano per le cene, improvvisando con quel che c'è nel frigo.

Forse potrei iniziare a tenere delle lezioni via Skype...

Così, ecco la ricetta delle Lasagne (ma cherie Marsilleise).
E non credete a chi vi dice che farle è complesso e ci vuole troppo tempo. Anzi, per una cena di 15 persone è la cosa più pratica e meno sporchevole da fare!

Occorrente per il ragù:
salsa di pomodoro
carne trita di prima scelta a volontà
un po' di luganega (o salsiccia)
cipolla, carota, sedano
olio e sale
(contate che devono venire fuori almeno 2 teglie grandi di lasagne! quindi mezzo kg di carne e 2 litri di salsa)

Occorrente per la besciamella:
burro (almeno 125 gr)
farina (4-5 cucchiai)
latte (1 litro e 1/2)
per i più arditi anche un pizzico di noce moscata

Per completare:
lasagne fresche già pronte
grana o parmiggiano

Iniziamo con il ragu! Mettere a soffriggere la cipolla (quella rossa è la migliore ma tutte vanno bene, anche lo scalogno), una carota tagliata a pezzetti, mezza costa di sedano. Quindi la carne e la pasta di salsiccia finché non diventa biancastra e si separa. Aggiungete il sugo, regolate di sale e zucchero e dimenticatevi la pentola sul fuoco per almeno un'ora.
Questa preparazione potete farla la sera prima, mentre guardate un film. Ricordatevi però di spengere il fuoco prima di andare a dormire....

Quindi la besciamella! E qui il problema di spiegare le ricette è dato dal fatto che la cucina è esperienza...
Sciogliete a fuoco lento il burro, quindi unite a pioggia la farina girando girando girando affinché non si formino grumi. Togliete dal fuoco la pentola e a filo versate il latte (freddo!) girando girando girando per scongiurare i soliti grumi. Mettete su una compilation allegra o accendete il TG, rimettete la pentola sul fuoco lento e continuate a girare girare girare finché la farina non compie il miracolo e la besciamella si solidifica.

Bene. Ora componete il tutto in una pirofila. Strato dopo strato (almeno 5) con pasta per lasagne già pronta (e questo non è barare perché cuocere le lasagne nella pentola è una tortura cinese, e in più si rompono), sugo, besciamella e parmiggiano.

Se vi siete portati avanti la sera prima - ed è sempre saggio nel caso si bruci qualche ingrediente - le lasagne possono essere infornate direttamente la sera della cena. A 180° per circa mezz'ora.

Bon appetit!


domenica 11 settembre 2011

Settembre (ovvero la salsa di pomodoro)

Marca: Bialetti. Colore: Bianco e Arancione. E’ il passapomodoro per la salsa! Oggetto mitico e temutissimo dell’infanzia di chi, nato e cresciuto a Milano, ha avuto nonne del Sud che immancabilmente a settembre arrivavano per celebrare il rito della salsa. Il tramestio durava per un giorno intero, la cucina diventava off limits.

E anche quest’anno è tutto pronto. Cambiano le case, cambiano gli attori ma lui – il passapomodoro arancione – è sempre lo stesso. Indistruttibile. Solo con la scatola un po’ più scura per il tempo che passa.
Prima di iniziare…
I barattoli devono essere sterilizzati, quindi lavateli bene e metteteli nel forno caldo per farli asciugare. Mia madre (traumatizzata dai barattoli degli anni ’50) sostiene che il barattolo caldo è la conditio sine qua non affinché, una volta introdottovi il sugo bollente, questi non scoppino. Credo che la Bormioli si sia aggiornata e abbia nel frattempo trovato rimedio alle esplosioni. Comunque le abitudini sono dure a morire…
I pomodori invece devono essere ben lavati. E anche qui gli anni ’50 non li abbiamo superati perché mia madre insiste per lavare i pomodori (bio) con acqua e bicarbonato.

 
Bene. Ora mettete i pomodori sul fuoco in pentola a pressione. Si fa prima e soprattutto l’acqua in eccesso rimane sotto, la nonna docet. I pomodori vanno tagliati a metà insieme a una cipolla - tagliata  grossa - al sale e a qualche foglia di basilico. Mettete sul fuoco tante pentole fino a finire i pomodori.
Dopo circa 15 minuti di pentola a pressione i pomodori sono pronti per essere passati. La macchina passapomodoro (rigorosamente elettrica) separerà il succo dalle bucce.


Passati tutti i pomodori, mettete il sugo sul fuoco vivo, aggiustate di sale, aggiungete ancora qualche foglia di basilico e lasciate ridurre il tutto, girando di tanto in tanto, fino a ottenere la consistenza della salsa. 

Ultima mossa: l’imbottigliamento. A casa mia si usano i barattoli, ma potete optare per le bottiglie del latte in vetro. Velocemente versate il sugo nel contenitore senza sporcare i bordi, aiutandovi con un imbuto.Quindi aggiungete un filo d’olio a coprire il tutto. Tappate stringendo fortissimo e mettete i barattoli a riposare in una scatola di cartone foderata al fondo con giornali. Sopra una coperta di lana. Lasciate riposare la “cuccia” finché i barattoli non si saranno raffreddati. Potrà volerci anche una settimana! Ma questo è il metodo più sicuro per una buona sterilizzazione.
La salsa di pomodoro fatta in questo modo è dolcissima. Aperto il barattolo, potete metterla direttamente sugli spaghetti o farla andare ancora un po' sul fuoco aggiungendo ingredienti a piacere. Oltre al godimento delle papille gustative, è super pratico! E vale un pomeriggio di lavoro...
Dimenticavo. Con circa 16 kg di pomodori si ottengono almeno 20 barattoli bormioli medi (da 250 gr).

sabato 10 settembre 2011

Un laboratorio di cucina socratica

Da diversi anni Cornelia Pelletta (appassionata di cucina, giornalista, copywriter  e scrittrice, nonché socia del GAS Lambrate) tiene i Laboratori di cucina socratica. 
Serate dedicate alla creatività in cucina.  Per l'occasione apre le porte della sua casa - dove ha sede il circolo culturale Licurdia - per cucinare insieme, chiaccherare scambiandosi pareri e  saperi, insegnare ad arrangiarsi con quello che si ha in casa e a non sprecare.

E proprio come un atto maieutico, ogni partecipante  viene guidato  a  far emergere la propria creatività   e a inventare il proprio piatto, che poi verrà condiviso con tutti  gli altri, il tutto in un clima familiare e conviviale. 

Ecco il decalogo della non-scuola di cucina socratica:
1) divertirsi e lasciar emergere la parte creativa e critica in cucina
2) cucinare cibi buoni, per noi e per l'ambiente, sani, veloci ed economici
3) conoscere le proprietà nutrizionali e salutari degli ingredienti
4) non sprecare
5) improvvisare con quel che si ha in casa
6) utilizzare gli ingredienti che si sono sempre usati nella nostra tradizione e che sembrano complicati e lunghi da preparare e conoscere alimenti nuovi
7) fare la spesa in modo consapevole e individuare cosa avere sempre in casa
8) preparare cibi in anticipo e avere sempre pronto qualcosa
9) assaporare i cibi e imparare a essere buongustai e non ingordi
10) cucinare per i bambini e coinvolgerli in cucina per farli crescere con un buon rapporto col cibo ed evitare le dinamiche stressanti
 







Se volete avere maggiorni informazioni 
Circolo Culturale Licurdia cornelia.pelletta@fastwebnet.it

venerdì 9 settembre 2011

Peperone o pomodoro? No, melanzana

Qualcuno ha mai visto una melanzana rossa di Turchia?!?
Eccola. Ve la presento.


Ho rischiato di avvelenare me stessa e il mio commensale, che avendo visto la mia faccia mentre assaggiavo una ratatuille agrodolce fatta con il suddetto ortaggio ha deciso che era meglio non rischiare...
Non cercate assolutamente di cucinare questa melanzana come tutte le altre. Neanche l'aggiunta di aceto e zucchero può attutirne l'amaro. Pare però che si possa eliminare l'amarognolo per osmosi, affettando le melanzane e coprendo di sale la loro superficie interna. Dopo un'ora o più, le fette vanno spremute e risciacquate. Forse è un consiglio utile. Vi saprò dire meglio nei prossimi giorni.

martedì 6 settembre 2011

Quel caprino storico...

E con settembre arrivano anche le Robiole di Roccaverano!

La vita da GASista riserva sempre piacevoli sorprese. Sapori che vanno, cibi che tornano. Ciclici come le stagioni. Perché non si possono sempre mangiare fichi e meloni, e neppure tome e gorgonzola. E anche il formaggio ha la sua ciclicità. Soprattutto quello di capra, se biologico.

Il mio GAS ordina le Robiole di Roccaverano (una delle DOP più piccole del paese, nonché presidio SlowFood) dalla Cooperativa La Masca (www.lamasca.it) che dalla fine degli anni '90 produce nell'Alta Langa Astigiana questo caprino "storico" recuperando le tradizioni e abbinandole a un metodo di produzione etica nei confronti dell'ambiente e della natura.

Robiola fresca, secca o stagionata. Carboncino e Falò. Li assaggerei ogni volta tutti...