“...a me sembra che il sapore delle lenticchie sia più delicato di quello de’ fagiuoli in genere, e che, quanto a minaccia di bombardite, esse sieno meno pericolose dei fagiuoli comuni ed eguali a quelli dall’occhio...” (Artusi)
Anche Catone nel De Agricoltura suggerisce ricette per le lenticchie (forse il legume coltivato più antico, e allora cibo per schiavi).
Ventotene è famosa per le sue lenticchie, piccole e scure; seminate in autunno e raccolte tra giugno e luglio quando le basse piante ordinatamente disposte in fila nei campi diventano gialle e secche.
Il modo migliore per cucinarle, anche in estate, è la zuppa. Aglio, sedano, peperoncino e pomodori come base, cui aggiungere le lenticchie (che - meraviglia per i milanesi frettolosi - non vanno messe in acqua la sera prima!). Per la cottura circa un'ora. E solo alla fine (altrimenti le lenticchie perdono la buccia) aggiungere sale q.b. Quindi basilico e un filo d'olio. La zuppa (assolutamente non brodosa) può essere assaggiata calda o fredda. Con crostoni di pane (rigorosamente di pasta madre) o liscia.
Altra bontà del luogo: i fichi. Come in tutte le isole del Mediterraneo, anche a Ventotene crescono alberi di fichi in grande libertà lungo le strade e i muretti. Sembrano messi li solo al fine di regalare, in agosto, i loro dolcissimi frutti a noi cittadini assetati di sapori e ricordi. Che guduria poterli raccogliere ogni mattina mentre di va al mare...
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