mercoledì 31 agosto 2011

Finalmente il vaso da ringhiera!

E dopo la pulizia del frigo e l'ordine negli armadi, non rimaneva che rinvendire il balconcino.
Nel mio vaso da ringhiera sono finalmente stati trapiantati un Solanum pseudocaspicum e una piantina di basilico (sperando che il Solanum non renda velenoso il basilico...).


Il vaso da ringhiera è un idea geniale! L'ho comprato in Germania mesi fa (una super svendita a Friburgo, per soli 5 euro) e si adatta perfettamente alla ringhiera del mio balcone, anche se credo sia universale perchè l'incavo su cui si poggia è abbastanza ampio e in dotazione ci sono dei riduttori per dargli stabilità. Ho appreso sta sera che è internazionalmente noto come "Corsica Flower Bridge Planter" (chissà perché Corsica... io li non ne ho mai visti!) e potete acquistarlo su www.ortiurbani.it oppure su Amazon.com. Una versione più lussuosa anche su www.greenbo.co.il

Girasoli o cavolfiori?

Mesi fa abbiamo fieramente indossato sciarpe arancioni per la città liberata. Ora è il tempo di agire. L'estate non è ancora finita e c'è un'infinità di spazio da conquistare in mezzo all'asfalto e ai cantieri abbandonati. Al ritorno dalle vacanze il confronto tra questo grigiume e i posti visitati fa più impressione che mai...

Allora amici diamoci da fare! Entro fine settembre dobbiamo piantumare almeno un angolo di questa città. Qualcuno di voi è già stato convinto. Cosa piantiamo? Giustamente questa sera mi è stato fatto osservare che c'è bisogno di fiori... Girasoli come nel resto d'Europa o qualche altra varietà? Avanti, fatevi venire qualche idea. Occorrono fiori resistenti. Meglio piccole piantine facili da trapiantare.

Anche se rimango dell'idea che i cavolfiori in piazza San Babila starebbero proprio bene...


domenica 28 agosto 2011

Capsicina non mi urticare (ovvero i peperoncini sott'olio)

Alla fine dell'estate le brave formichine iniziano ad accumulare le provviste per l'inverno. Le brave massaie d'una volta fanno le conserve. Una giovane milanese che vuole viziare i propri amici durante le cene dell'inverno segue l'esempio della massaia e prepara i PEPERONCINI RIPIENI SOTT'OLIO.

Avrei voluto fare una produzione quasi a km 0 ma ho piantato una sola piantina di peperoncini tondi nell'orto e dunque mi ha salvata il mercato. In queste settimane i banchi dei fruttivendoli ne sono pieni, costano circa 2 euro al kilo. E sfido chiunque ad aver voglia di comprarne più di 1 o 2 kg!



Armatevi di santa pazienza e soprattutto di guanti robusti prima di inizia a lavorare. Usate i guanti da cucina, quelli per pulire, se non volete ritrovarvi alla fine della giornata con le mani ustionate. La capsicina - il principio attivo del peperoncino che si trova nei semi e nei filamenti bianchi all'interno del frutto - è potentissima e trapassa anche i guanti in lattice.

Dunque, con 1 kg di peperoncini ho preparato 4 barattoli da 400/300 gr l'uno. Per il ripieno 4 scatolette di tonno da 120 gr, 8 acciughe, capperi q.b. Quanto all'olio, dipende da quanti peperoncini riuscite a incastrare in ogni barattolo. Servono poi per sbollentare i peperoncini aceto e vino bianco, due bicchieri l'uno, e un cucchiaio di zucchero.

Iniziate tagliando la calotta dei peperoncini e asportando semi e filamenti bianchi. Se lasciate qualche seme, a vostro rischio e pericolo... Quindi lavateli bene e sbollentateli nell'aceto e vino bianco, cui potete aggiungere un cucchiaio di zucchero, per circa 4 minuti. Metteli poi ad asciugare su un telo pulito. Avete ora il tempo di fare quello che più vi aggrada. Io ho passato il pomeriggio al mercato dell'Antiquariato sul Naviglio Grande!




Dopo 5 o 6 ore i peperoncini saranno più che asciutti (altrimenti marciscono!). Farciteli con un mix semi-frullato di tonno, capperi e acciughe. E metteli nei vasetti, con la parte aperta rivolta verso l'alto se ci riuscite (non è semplicissimo...). Infine ricopriteli di olio fino all'orlo del vasetto, con l'accortezza di far uscire tutte le bollicine che potrebbero crearsi.




Si apre a questo punto il tema della sterilizzazione. Sicuramente avrete usato vasetti pulitissimi e perfettamente asciutti (anche questo da fare prima di uscire se non addirittura la sera prima). Ma il botulino è sempre in agguato.... Sterilizzare in acqua bollente i vasetti pieni oppure no? La saggia A.F. mi suggerisce di non farlo visto che i peperoncini sono stati sbollentati con l'aceto. Sono pigra e cittadina frettolosa. Mi fido. Se tra qualche mese finisco in pronto soccorso dopo cena, saprete il perchè!


sabato 27 agosto 2011

Niente gelsomino ma... il Gelo è pronto!

Sveglia alle 9 e di corsa al mercato di via Benedetto Marcello (unire sempre ricordi ai ricordi...). Caricato nel bauletto della vespa un cocomero da circa 8 chili e mezzo, e acquistati gli ultimi ingredienti, inizio a cucinare.


 (all'anguria, allo zucchero, alla maizena e al cioccolato - se vi piacciono - potete aggiungere anche vaniglia e cannella)

Calcolate circa un paio di ore di lavoro perché prima dovete aprire l'anguria e togliere accuratamente tutti i semi (ho usato 3/4 di anguria per 2 l di succo). Quindi passare la polpa dell'anguria nel passapatate con il filtro a buchi più piccoli. Con una piccola parte del succo va sciolta la maizena e poi tutti gli ingredienti in una pentola dai bordi alti. Ora iniziate a girare, regolate il fuoco - lento - e girate girate girate... almeno per 20 minuti poi miracolosamente la maizena fa il suo lavoro e il tutto si rassoda. E' ora di togliere il composto dal fuoco e metterlo in una ciotola o in uno stampo. Infine un'altra spolverata di cannella e le scaglie di cioccolato fondente.

Ecco il risultato!


Prima di assaggiarlo, dovete far raffreddare il gelo per almeno un paio d'ore fuori dal frigo.
Buon appetito!

Niente gelsomino ma...

Odore di gelsomini nell'aria, niente. Eppure è da almeno un mese che ho voglia di Gelo di mellone...

L'ultima volta che l'ho mangiato e lo visto fare ero a Palermo, nella cucina di mia nonna. Tavola imbandita. Il mellone cadde per terra e si ruppe in mille pezzi. Corremmo subito al mercato del Capo a comprarne un altro e la magia della cuoca ebbe inizio. Avrò avuto al massimo dodici o tredici anni. Da quella volta credo di non averne più assaggiato neanche un cucchiaio, ma ho l'odore e il sapore di questo dolce nella testa.

L'agenda della nonna (anno 1962, una sorta di Smemoranda delle casalinghe anni '60 con tanto di pubblicità della Motta e di consigli per la casa) è già sul tavolo da cucina. Non resta che fare la spesa domani mattina al mercato.



Ecco la ricetta del Gelo di Mellone

per 1 litro di liquido: gr 80 di amido per dolci, gr 150 di zucchero (o gr 120, dipende dalla dolcezza del cocomero). E la nonna sapientemente appunta: con 5kg di mellone di ottiene circa 2 l di liquido e si riempe uno stampo grande con il buco.

Sciogliere l'amido in poco liquido freddo. (NdA: il liquido si ottiene passando la polpa rossa dell'anguria con il passapatate dopo aver tolto i semi.) Mettere a fuoco il restante con lo zucchero un po' di cannella e portare a ebollizione, poco prima aggiungere l'amido sciolto. Fare bollire mescolando sempre fino a che si vedrà la superficie azzenzarsi. Mettere nelle coppe condendo con zuccata e cioccolata a pezzetti.

Amo l'approssimatezza delle nonne ai fornelli! Ma d'altra parte io stessa cucino così: improvvisando e facendomi guidare dall'aspetto e dagli odori dei cibi. Sempre assaggiando.

Incrociamo le dita...

Dimenticavo, ci vorrebbe qualche fiore di gelsomino come guarnizione. Infatti questo è il dolce della Santuzza e delle estati palermitane!

mercoledì 24 agosto 2011

cosa si nasconde in frigo?

Quest'anno il ritorno dalla vacanze è lento... E poco a poco scopro tracce di vita precedente negli oggetti abbandonati per quasi un mese. Ho rimandato fino a oggi l'incontro con lui: il frigorifero. L'elettrodomestico che ha rivoluzionato i nostri usi alimentari illudendoci che nelle sue fredde e asettiche fauci i cibi potessero mantenere il loro aspetto, imperituri.

Quando il frigo ti tradisce non va per il sottile. Certo, lui ti avvisa rilasciando strani odori ma solo svuotandolo capisci fino a che punto di marcescenza sono arrivate le sostanze di cui va ghiotto. E a nulla serve aver diligentemente collocato sul ripiano più in basso una ciotola di bicarbonato per la digestione di questo bestione ciuccia elettricità.

Bene. Il mio frigo ha custodito per almeno un anno un pezzo di formaggio di capra bionda, un pecorino stagionato nell'alloro, una forma di robiola di roccaverano (la più piccola DOP d'Italia). Questa sera è arrivato il momento di affrontarle. Da domani forse potrò riaprire il frigo senza che le mie narici si insospettiscano!

Peccato, avrei potuto gustare subito questi ghiotti formaggi e invece li ho dati in pasto prima al frigo e poi alla pattumiera. Quasi a voler ignorare il manidesto anti-spreco che campeggia sopra al mio tavolo da pranzo...


martedì 23 agosto 2011

Fukuoka a Lambrate

Temo che l'insegnamento di Masanobu Fukuoka non sia adattabile alla città, ai ritmi cittadini e al clima torrido di Milano. Temo che la fisofofia del "non fare" applicata al mio povero orto sia fallita... o forse abbiamo solo seguito alla lettera tale insegnamento ignorando del tutto un'azione fondamentale: l'irrigazione. Certo le erbacce hanno preservato le aiuole di pomodori e zucchine (e chi le ammazza le zucchine d'albenga che imperterrite continuano a correre libere nell'orto strombazzando a più non posso?!?) ma povere le insalatine, i fagiolini e i piselli. Tutti secchi! Anche il pergolato di uva americana è diventato uno stelo color ocra. Proprio vero che i contadini non vanno mai in vacanza...

Per approfondire il metodo Fukuoka vi consiglio di leggere La rivoluzione del filo di paglia, Libreria Editrice Fiorentina (www.maremagnum.com)

domenica 21 agosto 2011

luna calante d'agosto

Con questo caldo torrido (ben 36°!) non viene proprio voglia di andare all'orto a lavorare... ma resta ancora una settimana prima della fine della luna calante, il cui ciclo termina il 28 agosto secondo i calendari che sono riuscita a rintracciare nel web.
Inizia così il mese delle verzure verdi: semina diretta in terra per biete, cicoria, finocchi, indivia, scarola, prezzemolo, rape e cime di rapa, valeriana, spinaci, cavolo nero, cavolini di Bruxelles. Qualche punta di colore con carote e ravanelli. Ma tutto ciò come a presagire l'arrivo dell'autunno sulla mia tavola tra qualche mese... sig!

Meno male che ancora posso raccogliere qualche zucchina e svariati chili di pomodori! Anzi, se qualcuno ha voglia di aiutarmi nei prossimi giorni credo ci sarà da fare qualche conserva, magiche scorte per l'autunno. Poter aprire un barattolo di pomodoro dell'orto a novembre, magari con l'aggiunta di qualche foglia di basilico fresco, non ha prezzo soprattutto in città.


venerdì 19 agosto 2011

Con l'ultimo aperitivo

Ultimo aperitivo a Ventotene... e per rendere ancora più difficile il distacco da quest'isola meravigliosa, una delizia di fronte al mare, sorseggiando vino bianco sotto gli archi di tufo: tonno marinato con le pesche.
Non avrei mai detto dei due sapori così diversi potessero convogliare a nozze nella mia bocca. E invece mai diffidare degli isolani! Per deduzione delle mie papille gustative dovrebbe essere sufficiente unire tonno crudo, pesche gialle, aceto balsamico, pepe e sale. Provate e sappiatemi dire.

lunedì 15 agosto 2011

Fichi e lenticchie

“...a me sembra che il sapore delle lenticchie sia più delicato di quello de’ fagiuoli in genere, e che, quanto a minaccia di bombardite, esse sieno meno pericolose dei fagiuoli comuni ed eguali a quelli dall’occhio...” (Artusi)

Anche Catone nel De Agricoltura suggerisce ricette per le lenticchie (forse il legume coltivato più antico, e allora cibo per schiavi).

Ventotene è famosa per le sue lenticchie, piccole e scure; seminate in autunno e raccolte tra giugno e luglio quando le basse piante ordinatamente disposte in fila nei campi diventano gialle e secche.
Il modo migliore per cucinarle, anche in estate, è la zuppa. Aglio, sedano, peperoncino e pomodori come base, cui aggiungere le lenticchie (che - meraviglia per i milanesi frettolosi - non vanno messe in acqua la sera prima!). Per la cottura circa un'ora. E solo alla fine (altrimenti le lenticchie perdono la buccia) aggiungere sale q.b. Quindi basilico e un filo d'olio. La zuppa (assolutamente non brodosa) può essere assaggiata calda o fredda. Con crostoni di pane (rigorosamente di pasta madre) o liscia.

Altra bontà del luogo: i fichi. Come in tutte le isole del Mediterraneo, anche a Ventotene crescono alberi di fichi in grande libertà lungo le strade e i muretti. Sembrano messi li solo al fine di regalare, in agosto, i loro dolcissimi frutti a noi cittadini assetati di sapori e ricordi. Che guduria poterli raccogliere ogni mattina mentre di va al mare...

domenica 14 agosto 2011

Anche in Islanda si può


Andando al capitolo CIBO della vostra Routard (o Lonely Planet) leggerete: “La cucina islandese è una galleria degli orrori”. Confermo e sottoscrivo. Sono stata messa a durissima prova perfino nei supermercati islandesi, a tal punto da lasciarmi convincere a nutrirmi di torte salate dal ripieno non ben identificato e altro cibo precotto molto americano e molto poco islandese…
Attenzione: ricordatevi che l’Islanda è il paese più a Ovest d’Europa. Una ex base militare USA. Dunque i suoi abitanti sono yankee travestiti da europei!
Tuttavia, vi segnalo un buon indirizzo dove poter rimanere piacevolmente soddisfatti anche da una cucina ingenerosa come quella islandese. L’aragosta (questi nordici si danno un po’ di arie e chiamano aragoste dei succulenti gamberoni dell’Atlantico) la fa da padrona! E tutto sommato si mangia con poco.
www.fjorubordid.is/





A Reykjavik, invece, non dimenticate di sedervi al tavolaccio di www.saegreifinn.is. Prima però ordinate la vostra zuppa di granchio e uno o più spiedini di pesce (salmone, merluzzo, gamberi, balena…). Se siete fortunati, in agosto, il sole vi bacerà mentre sorseggiate una grossa tazza verde colma di zuppa!

sabato 13 agosto 2011

A cena con Rousseau

In barba ai pregiudizi degli ultimi dieci anni, scopro in questi giorni che è ancora possibile trovare in Italia un posticino isolato dove trascorrere le ferie agostane. 1 km2 e mare cristallino. Ventotene. Meraviglia delle Pontine! 

Su questo scoglio c'è lo stretto necessario per passare due settimane di completo relax: molti alberi di fichi, il forno, una libreria ben fornita e ovviamente mare blu. Per chi si annoia, la storia di Ventotene è tutta da scoprire... Come quella dell'isoletta di Santo Stefano, dove furono sperimentate le idee di J.J. Rousseau ispirate al mito del bon sauvage.

Se poi considerate anche la pescheria e la macchia mediterranea, immaginerete con quali bontà sto curando il mio spirito...

Una piccola leccornia per la cena: tartare di tonno al finocchietto selvatico.
Fate gli occhioni dolci al pescivendolo del paese e fatevi tagliare una fetta abbastanza spessa di tonno fresco. Tagliatela a pezzettini e conditela con un salmoriglio di olio, aceto balsamico, qualche goccia di limone e fiorellini di finocchietto selvatico raccolto sotto casa. Lasciate cuocere il pesce nel salmoriglio mentre fate la doccia. Quindi, ben spalmati di doposole, versatevi un buon bicchiere di Aglianico ghiacciato e assaggiate la tartare. Divina!

giovedì 11 agosto 2011

Vacanze&stravaganze

E' finalmente giunto il momento, dopo l'ennesimo viaggio a caccia di stranezze culinarie, di aprire un blog dedicato ai viaggi, al cibo e agli orti inaspettati.

Una sfida all'ultimo zucchino (che può crescere anche in quel di Lambrate), una gara all'acquisto trash nei supermercati più remoti del pianeta! Ma anche un'occasione per condividere le ricette della nonna e le creazioni culinarie frutto della disperazione dei frigoriferi semivuoti al giovedì sera.

Inizierò con un appello: NON mangiate le pulcinelle di mare!!!